La preoccupazione del Papa per la Siria ,la lettera del Santo Padre ad Assad

Il prefetto del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale il card. Peter Kodwo Appiah Turkson,si è incontrato con il presidente Bashar Hafez al-Assad questa mattina a Damasco. Il porporato era accompagnato dal card. Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, e dal sottosegretario del Dicastero, p. Nicola Riccardi. Durante l’incontro, rende noto il direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni, il card. Turkson ha consegnato al Capo dello Stato una lettera indirizzatagli dal Santo Padre, che esprime “la profonda preoccupazione di Sua Santità Papa Francesco per la situazione umanitaria in Siria, con particolare riferimento alle condizioni drammatiche della popolazione civile ad  Idlib”.All’origine di questa nuova iniziativa c’è la preoccupazione di Papa Francesco e della Santa Sede per la situazione di emergenza umanitaria in Siria, in particolare nella provincia di Idlib. Il Papa segue con apprensione e con grande dolore la sorte drammatica delle popolazioni civili, soprattutto dei bambini che sono coinvolti nei sanguinosi combattimenti.  La guerra purtroppo continua, non si è fermata,continuano i bombardamenti, sono state distrutte in quella zona diverse strutture sanitarie, mentre molte altre hanno dovuto sospendere del tutto, o parzialmente, la loro attività. Nella missiva, Papa Francesco rinnova il suo appello perché venga protetta la vita dei civili e siano preservate le principali infrastrutture, come scuole, ospedali e strutture sanitarie. Il Santo Padre chiede al Presidente di fare tutto il possibile per fermare questa  catastrofe umanitaria, per la salvaguardia della popolazione inerme, in particolare dei più deboli, nel rispetto del Diritto Umanitario Internazionale. Proprio oggi Unicef ha denunciato la distruzione di 8 impianti idrici che portavano acqua potabile a 250mila persone nella zona di Idlib, governorato situato vicino al confine con la Turchia.
Il Cardinale Parolin fa sapere che: “Nella sua lettera, il Santo Padre, usa per ben tre volte la parola ‘riconciliazione’: questo è il suo obiettivo, per il bene di quel Paese e della sua popolazione inerme. Il Papa incoraggia il Presidente Bashar al-Assad a compiere gesti significativi in questo quanto mai urgente processo di riconciliazione e fa degli esempi concreti: cita ad esempio le condizioni per un rientro in sicurezza degli esuli e degli sfollati interni e per tutti coloro che vogliono far ritorno nel Paese dopo essere stati costretti ad abbandonarlo. Cita pure il rilascio dei detenuti e l’accesso per le famiglie alle informazioni sui loro cari”. A Francesco, inoltre, “sta particolarmente a cuore anche la situazione dei prigionieri politici, ai quali – egli afferma – non si possono negare condizioni di umanità”. “La Santa Sede – conclude il Cardinale – ha sempre insistito sulla necessità di cercare una soluzione politica praticabile per porre fine al conflitto, superando gli interessi di parte. E questo va fatto con gli strumenti della diplomazia, del dialogo, del negoziato, con l’assistenza della comunità internazionale. Lo abbiamo dovuto imparare ancora una volta che la guerra chiama guerra e la violenza chiama violenza, come ha detto più volte il Papa, e come ripete anche in questa lettera. Purtroppo siamo preoccupati per lo stallo del processo dei negoziati, soprattutto quello di Ginevra, per una soluzione politica della crisi. Per questo nella lettera inviata al presidente Assad il Santo Padre lo incoraggia a mostrare buona volontà e ad adoperarsi per cercare soluzioni praticabili ponendo fine a un conflitto che dura da troppo tempo e che ha provocato la perdita di un gran numero di vite innocenti”.
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