Pignatone va in pensione. Parte la corsa alla sua successione
8 maggio 2018
Sono tredici i candidati in gara, racconta il Messaggero, e tra questi il più quotato sarebbe il procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi. Ed entro la fine del mese dovrebbe arrivare la proposta dal parte della Commissione per gli incarichi direttivi del Csm. Durante questo periodo la Procura di Roma sarà guidata da Michele Prestipino, a capo della Direzione distrettuale antimafia. Dopo sette anni, da domani Giuseppe Pignatone non sarà più a capo della procura di Roma. Il pm andrà in pensione e già si è aperta la corsa alla successione. Intanto il procuratore Pignatone tornerà probabilmente al Palermo, la sua città, come detto più volte. ” Dopo undici anni lontano dalla mia città: sette anni a Roma e 4 a Reggio Calabria. Voglio ripartire con una vita un po’ più normale. Con la mia famiglia e il mio contesto palermitano: certamente la lettura sarà il mio hobby preferito”.
Giuseppe Pignatone, è nato a Caltanissetta l’8 maggio 1949. Figlio di Francesco, Deputato della Democrazia Cristiana negli anni ’50, il dott. Giuseppe Pignatone entra in Magistratura nel 1974 e dopo una breve parentesi come Pretore a Caltanissetta nel 1977 viene trasferito alla Procura della Repubblica di Palermo dove, in quasi vent’anni, si occuperà specialmente di processi per gravissimi delitti di mafia, per reati economici e contro la pubblica amministrazione. Segue in Corte di Assise, il processo per i c.d. reati politici, cioè per gli omicidi del Presidente della Regione Piersanti Mattarella, del Segretario Regionale del P.C.I. Pio La Torre e del Segretario Provinciale della D.C. Michele Reina, che si conclude con la condanna all’ergastolo dei maggiori esponenti di Cosa nostra ; tra le altre segue le indagini che portano alla condanna di Vito Ciancimino, ex sindaco di Palermo. Fa parte delle Direzione Distrettuale Antimafia fin dalla sua costituzione (1991) collaborando con i Procuratori della Repubblica Pietro Giammanco e Giancarlo Caselli. Dal 1996 al 1999 svolge le funzioni di Procuratore Aggiunto della Procura presso la Pretura di Palermo. Dal 2000 Il dott. Giuseppe Pignatone Procuratore Aggiunto della Procura presso il Tribunale di Palermo, è il principale collaboratore di Pietro Grasso; coordina il settore misure di prevenzione e poi una delle sezioni della Direzione Distrettuale Antimafia. Coordina le indagini che portano alla cattura di centinaia di capi e gregari di Cosa nostra palermitana e sfociano nella cattura di Bernardo Provenzano (11 aprile 2006). Nel 2008 viene nominato dal Consiglio Superiore della Magistratura Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria. Tra le tante va ricordata l’indagine “Crimine”, condotta insieme alla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, che dimostra in modo inconfutabile la presenza strutturata della ‘ndrangheta in Lombardia e porta all’arresto di circa 300 esponenti delle cosche in Italia e anche all’estero. Nel marzo 2012 è nominato dal C.S.M., con voto unanime, Procuratore della Repubblica di Roma. Nei sette anni di Pignatone alla guida della Procura della Capitale le inchieste toccano la politica , dal sindaco trovato al suo arrivo Gianni Alemanno al caso scontrini di Ignazio Marino, chiuso con l’assoluzione in Cassazione, fino alle nomine di Virginia Raggi. L’indagine più importante, però, è sicuramente quella su Mafia capitale di Massimo Carminati e Salvatore Buzzi. La sentenza di primo grado arriva dopo oltre due anni e segna una sconfitta per la Procura, perché non viene riconosciuta l’accusa di associazione mafiosa. Un anno dopo però, in appello, viene invece confermato l’esistenza di un sodalizio mafioso a Roma: adesso l’impianto accusatorio attende la conferma definitiva in Cassazione. Sempre sotto la guida di Pignatone alla Procura di piazzale Clodio arrivano alla sbarra gli storici clan di Roma e di Ostia, dai Fasciani e Spada ai Casamonica. Contesti in cui emergono chiaramente le caratteristiche tipiche mafiose, a partire proprio dal controllo del territorio e dall’uso della violenza.Autore di numerosi articoli pubblicati su riviste giuridiche, è coautore dei libri “Il Contagio” (2012) e “Modelli criminali. Mafie di ieri e di oggi” (2019), editi da Laterza.