Nuovi distintivi di qualifica del personale della Polizia di Stato


Ieri 11 luglio, giornata nella quale ricorre l’anniversario dell’istituzione della Polizia di Stato, prima forza di Polizia, si è tenuta a Roma, presso il Palazzo della Consulta alla presenza delle più alte cariche istituzionali la cerimonia ufficiale di presentazione dei nuovi distintivi di qualifica. Un giorno atteso con grande trepidazione. Dopo 38 anni, in modo tangibile, si riafferma nella forma e nella sostanza l’identità della Polizia di Stato, quale amministrazione civile ad ordinamento speciale, che ha sublimato i valori ai quali profondamente crede nel motto “sub lege libertas”. Fu la legge 121 del 1981 a ridisegnarne lo status giuridico segnandone il distacco dal mondo militare. Con tale riforma la Polizia di Stato, in estrema sintesi, si apre alle donne, prevede una maggiore specializzazione attraverso selezioni sempre più rigorose e corsi di formazione prodromici a professionalità differenziate, cambia i nomi dei gradi che vengono ristrutturati ed arricchiti dal ruolo ispettori anello di congiunzione tra dirigenti e collaboratori. Un’epocale conquista che andava suggellata attraverso un segno visibile che ricordasse a tutti, appartenenti e non, il significato profondo di una trasformazione lunga, laboriosa, e fortemente voluta. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto al Quirinale il Capo della Polizia Franco Gabrielli, che ha presentato al Capo dello Stato i nuovi distintivi di qualifica del personale della Polizia di Stato. Dal 12 luglio sulle divise di oltre 98mila poliziotti arriva quindi un nuovo simbolo: l’aquila dorata. “Segno della lotta e della vittoria sul male”, elemento che accomuna tutte le nuove qualifiche della Polizia di Stato. La novità è stata introdotta dal decreto interdirettoriale del 5 aprile 2018, che ha appunto definito i nuovi distintivi e che si inquadra nell’ambito del processo di revisione dei ruoli delle forze di polizia previsto dal decreto legislativo 95/2017. L’aquila, rivisitata stilisticamente, è storicamente l’emblema dell’istituzione e quest’anno, compie 100 anni dalla sua prima apparizione sulle divise del Corpo della Regia Guardia di Pubblica Sicurezza risalente al 1919.Ed è proprio, recuperando tale spirito riformista che l’uniforme di oltre 98.000 poliziotti da oggi cambierà aspetto, vestendo i nuovi distintivi di qualifica, disegnati dall’esperto di araldica professor Michele D’Andrea. Ad accomunare passato e presente l’immagine, rivisitata stilisticamente, dell’aquila, emblema dell’Istituzione, che quest’anno compie 100 anni dalla sua prima apparizione sulle divise del Corpo della Regia Guardia di Pubblica Sicurezza. Ali spiegate, zampe libere e divaricate disposte ai lati della coda folta e stilizzata come il restante piumaggio, testa rivolta a sinistra ornata dalla corona murata di cinque torri, scudo sannito con il monogramma RI in petto. L’aquila continua ad esprime il legame identitario, il coraggio e la dedizione con cui quotidianamente ciascun poliziotto difende diritti e libertà.
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