Roma.Riciclaggio: ristoranti e bar della Capitale in mano alla malavita, 13 arresti

La Capitale e le mani delle mafie che avevano preso possesso con ristoranti e bar nel centro storico, intestando i beni fittiziamente a prestanome per eludere le possibili confische. Tutto questo però non è servito perché sin dalle prime luci dell’alba, nelle province di Roma e Napoli, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, coadiuvati dai Comandi dell’Arma territorialmente competenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 13 persone, indagate a vario titolo per i reati di estorsione e fittizia intestazione di beni, aggravati dal metodo mafioso, nonché esercizio abusivo del credito. L’indagine dei carabinieri, avviata nel 2017, poco tempo dopo la scarcerazione di A.M., ha permesso di documentare gli interessi economici del clan nella Capitale ed, in particolare, la gestione sotto diverso nome di varie attività commerciali, un’estorsione con metodo mafioso ed il reimpiego di capitali illeciti in investimenti immobiliari ed in macchine di lusso, sempre attraverso fittizie intestazioni volte ad evitare che i beni in questione finissero sotto la scure delle misure di prevenzione disposte dopo le pesanti condanne di parte degli indagati. I carabinieri contestualmente stanno dando esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo di beni, anche ai fini della confisca, di parte del patrimonio del clan, del valore complessivo di circa 4 milioni di euro, ricostruito e individuato nel corso delle indagini. 

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