Roma. Agromafie, presentato il rapporto 2025
È stato presentato, al Centro Congressi Palazzo Rospigliosi, il nuovo rapporto “Agromafie” sui crimini agroalimentari in Italia, elaborato da Coldiretti, Eurispes e Fondazione Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare.
Lo studio, nato dalla collaborazione con Forze dell’ordine, Magistratura, Istituzioni e Enti che operano a difesa del comparto agroalimentare, analizza i nuovi campi di azione delle agromafie, sia a livello italiano che internazionale.
Ad introdurre i lavori è stata la consegna di una talea dell’Albero di Falcone, il ficus che si trova a Palermo, davanti all’abitazione della famiglia Falcone, diventato un luogo simbolico della lotta alla mafia, organizzata da Coldiretti, il Comando Carabinieri Forestali, i Distretti Rotary.
Quello delle agromafie è un fenomeno che si è progressivamente allargato negli ultimi anni, investendo tutti gli anelli della filiera, partendo dal settore primario per arrivare a quello della distribuzione e della ristorazione. Un business in costante aumento con attività illecite che spaziano dal caporalato alla falsificazione e sofisticazione dei prodotti alimentari, dal controllo della logistica all’appropriazione di fondi pubblici, fino all’usura e al furto, dinanzi alle quali l’analisi e la denuncia rappresentano strumenti imprescindibili di lotta.
Dall’attività dell’Osservatorio Agromafie è nato il disegno di legge sulle sanzioni in agricoltura e pesca, recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri, con la riforma del codice penale proposta dalla cosiddetta “Legge Caselli” e l’inclusione di un nuovo capo interamente dedicato ai delitti contro il patrimonio agroalimentare.
“Roma Capitale, anche in collaborazione con Coldiretti, sta cercando di rilanciare la vocazione agricola del territorio e i rischi che esistono e che sono mostrati nel Rapporto richiedono compattezza tra le istituzioni nella lotta alle infiltrazioni criminali” ha dichiarato il Sindaco Roberto Gualtieri, intervenendo in apertura della presentazione.
Il rapporto 2025 evidenzia che il business delle agromafie sale a oltre 25 miliardi: nel giro di poco più di un decennio ha raddoppiato il volume d’affari, recuperando in breve tempo il terreno perso con la pandemia ed estendendo la sua azione a sempre nuovi ambiti, dal caporalato, che ora si fa transazionale con il ‘trucco’ delle imprese ‘senza terra’, alla falsificazione e sofisticazione dei prodotti alimentari, fino all’usura, al furto e al cybercrime.
L’agroalimentare è un settore attrattivo per la criminalità organizzata, per i suoi 620 miliardi di euro di valore per tutta la filiera allargata e un export da circa 70 miliardi.