Il Papa: Il Giubileo della Speranza è un cammino verso l’incontro con quella Verità che è Dio stesso

Il Giubileo della Speranza è un cammino verso l’incontro con quella Verità che è Dio stesso. All’inizio della sua missione, Gesù descrive questo Giubileo come un anno di grazia (cfr Lc 4,19) e, dopo la Risurrezione, chiama i discepoli a “tornare in Galilea” (cfr Mt 28,10). Non dobbiamo cadere nel pericolo di basare la nostra vita sulle sicurezze umane e sulle aspettative mondane. In ambito sociale, potremmo tradurre questa tentazione come il tentativo di “arrangiarsi”, come diceva il recentemente canonizzato san Pier Giorgio Frassati (cfr Lettera a Isidoro Bonini , 27 febbraio 1925). Siamo anche consapevoli che oggi esistono reali minacce alla dignità della famiglia, come i problemi legati alla povertà, alla mancanza di lavoro e di accesso ai sistemi sanitari, agli abusi sui più deboli, alle migrazioni e alla guerra (cfr Francesco , Esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia , 44-46). Le istituzioni pubbliche e la Chiesa hanno la responsabilità di ricercare modi e mezzi per promuovere il dialogo e rafforzare quegli elementi della società che favoriscono la vita familiare e l’educazione dei suoi membri (cfr S. Giovanni Paolo II , Lettera enciclica Sollicitudo rei socialis , 8).
Discorso di Papa Leone XIV ai partecipanti agli incontri promossi dal Consiglio Episcopale Latinoamericano (Celam),
dalla Pontificia Accademia per la Vita
e dall’Istituto Giovanni Paolo II
Municipio
venerdì 19 settembre 2025
È nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
La pace sia con voi.
Buongiorno. Scusate il ritardo, grazie per la pazienza. Condivideremo solo pochi istanti, ma è un piacere.
Sono lieto di accogliervi oggi nella casa di Pietro, la casa della Chiesa, dove dovremmo sentirci tutti come un’unica grande famiglia riunita attorno al fuoco del suo amore. Avete dialogato in questi giorni seguendo un metodo sinodale, riflettendo su alcune questioni attuali che riguardano la vita familiare. Vivere la sinodalità in famiglia richiede di “camminare insieme”, condividendo dolori e gioie, instaurando un dialogo rispettoso e sincero tra tutti i suoi membri, imparando ad ascoltarci a vicenda e a prendere le decisioni familiari che sono importanti per tutti.
Seguendo questo tema, e come direbbe il nostro amato Papa Francesco , vi propongo tre parole su cui riflettere insieme: giubileo , speranza e famiglia .
Nell’Antico Testamento, il Giubileo evocava un ritorno: un ritorno alla terra, alla condizione originaria dell’uomo libero, alle origini della giustizia e della misericordia di Dio (cfr Lv 25). Oggi, dobbiamo leggere questo ritorno come una chiamata a tornare al centro della nostra vita, a Dio stesso, al Dio di Gesù Cristo.
Il Giubileo ci invita anche a riflettere sulle nostre radici: sulla fede ricevuta dai nostri genitori, sulla preghiera perseverante delle nostre nonne mentre recitavano il rosario, sulla loro vita semplice, umile e onesta che, come lievito, ha sostenuto tante famiglie e comunità. In loro abbiamo imparato che Gesù è la Via, la Verità e la Vita (cfr Gv 14,6). In Lui troviamo la nostra vera gioia: la gioia di sapere di essere a casa, nel luogo a cui apparteniamo.
Il Giubileo della Speranza è un cammino verso l’incontro con quella Verità che è Dio stesso. All’inizio della sua missione, Gesù descrive questo Giubileo come un anno di grazia (cfr Lc 4,19) e, dopo la Risurrezione, chiama i discepoli a “tornare in Galilea” (cfr Mt 28,10). Non dobbiamo cadere nel pericolo di basare la nostra vita sulle sicurezze umane e sulle aspettative mondane. In ambito sociale, potremmo tradurre questa tentazione come il tentativo di “arrangiarsi”, come diceva il recentemente canonizzato san Pier Giorgio Frassati (cfr Lettera a Isidoro Bonini , 27 febbraio 1925). Siamo anche consapevoli che oggi esistono reali minacce alla dignità della famiglia, come i problemi legati alla povertà, alla mancanza di lavoro e di accesso ai sistemi sanitari, agli abusi sui più deboli, alle migrazioni e alla guerra (cfr Francesco , Esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia , 44-46). Le istituzioni pubbliche e la Chiesa hanno la responsabilità di ricercare modi e mezzi per promuovere il dialogo e rafforzare quegli elementi della società che favoriscono la vita familiare e l’educazione dei suoi membri (cfr S. Giovanni Paolo II , Lettera enciclica Sollicitudo rei socialis , 8).
In questo contesto, possiamo comprendere la famiglia come un dono e un compito. È fondamentale promuovere la corresponsabilità e la leadership delle famiglie nella vita sociale, politica e culturale, promuovendo il loro prezioso contributo alla comunità. In ogni figlio, in ogni marito e moglie, Dio ci affida a suo Figlio, a sua Madre, come ha fatto con San Giuseppe, per essere, insieme a loro, fondamento, lievito e testimone dell’amore di Dio tra gli uomini. Per essere una Chiesa domestica e una casa dove arde il fuoco dello Spirito Santo, diffonde il suo calore, contribuisce con i suoi doni ed esperienze al bene comune e chiama tutti a vivere nella speranza.
San Paolo VI , nella sua celebre omelia a Nazareth , ci esortava a seguire l’esempio della Sacra Famiglia, accompagnando e sostenendo gli altri nel silenzio, nel lavoro e nella preghiera, affinché Dio compia in loro il disegno d’amore che ha loro riservato. È l’amore che si incarna in ogni vita nata alla fede dal battesimo e consacrata “per annunciare quest’anno di grazia” a tutti coloro che incontreranno Gesù nell’Eucaristia e nel sacramento del perdono, che lo seguiranno nella sua missione di sacerdote, di padre cristiano o di consacrato, fino all’incontro definitivo, fino alla meta della nostra speranza.
Cari fratelli e sorelle, la conclusione di questa riflessione non può che essere un richiamo all’impegno e a quella gioia traboccante che riempì i discepoli nell’incontro con Gesù Risorto e li spinse ad annunciare il suo nome su tutta la terra. Sant’Agostino definiva questo “giubilo” come un’esultanza inesprimibile e propria, in modo speciale, dell’Ineffabile (cfr Commento al Salmo 94,3). Le nostre famiglie siano quel canto silenzioso di speranza, capaci di diffondere con la loro vita la luce di Cristo, «affinché la gioia del Vangelo giunga fino ai confini della terra e nessuna periferia sia privata della sua luce» ( Francesco , Esort. ap. Evangelii gaudium , 288).
Affido tutti voi all’intercessione della Sacra Famiglia di Nazareth, modello perfetto che Dio offre in risposta al grido disperato di aiuto di tante famiglie. Imitandola, le nostre case saranno fiaccole vive della luce di Dio. Il Signore vi benedica. Grazie di cuore.
Il Signore sia con voi.
Sia benedetto il nome del Signore.
Il nostro aiuto è nel nome del Signore.
Ti benedico, Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo.
Amen.
Grazie mille. Congratulazioni per il tuo lavoro.